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Visualizzazione dei post da luglio, 2011

cicalio3

.misuro questa stramaledetta felicità col metro della notte. e piango e rido. bisognoso di tutto, senza voler niente. nel mezzo dell’età, avendo capito poco il gioco, m’addestro alla bellezza col cuore in allarme.

ammansisco lo spavento

.   ammansisco lo spavento. faccio il bagno di folla. metto spilli agli occhi per restare a guardare. chiedo tenerezza, il farmaco del silenzio. i progetti sono genuflessioni. i fatti mi mordono gli occhi. col tempo a maggior nemico, cucio lo sbrego di nuovo. al niente mai arrivo. riparto. cancello. riscrivo. 100617: 12:09: con la tenerezza dei loro sguardi faccio i conti. Senza imparare mai nulla, sembra. Senza arrivare mai a nulla. Col padre che chiede a Dio il momento, che ci tiene la mano e ci bacia. Ambulanze che entrano dirompenti nei nostri pomeriggi piovosi. C’è un limite alla certezza. È poca cosa il chiedersi. Non c’è risposta. Non c’è, se non nel tiglio che fiorisce in questo vento. E il suo profumo e gli occhi suoi, ancora.

1dvoi

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1dvoi. Ai miei maestri illustri. 1dvoi miei maestri. che vi posate come farfalle agli angoli delle strade e non avete pietra dove posare il capo. e senza coperta affrontate il gelo della notte e avete piedi lisi dal viaggio e nudi andrete come siete venuti. per ogn1dvoi un figlio splendente sorriso del cielo. da accompagnare in passi incerti da cui imparare. e per ogni figlio uno sbaglio lacerante da rimediare. lacrima del cielo. per voi odiare la macchina e cavalcarla nelle sue svariate forme. entrare nel male col rischio del giocatore. buttare la carta in questo tempo liquido come argento vivo. per voi trovarsi nel fuoco come il santo eremita con un coltello in mano. per voi la casa da sistemare, il tempo da trovare da rubare alla notte e il volo del calabrone. farsi largo fra le macerie e impugnare la spada che lacrima di cielo. non dimenticare. non dimenticare. non dimenticare. fare di tuttecose uno e di uno tuttecose. saper pregare di baci. 1dvoi miei timoni. per lasciare l

cicalio2

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non cerco di risolvermi ma di dissolvermi.

110717: di ritorno da Santarcangelo. in treno.

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110717: 10.49: E mentre venivo qui e salivo sul treno e mi mettevo seduto in questo caldo su rotaie che mi riporta a casa sono passato da Santarcangelo per dargli un saluto e c’era un signore con una maglietta a righe che mi ha salutato lui per primo, come se fosse il paese stesso. Col suo accento e quegli occhi buoni di primavera. Lo accompagnava un cagnolino color whiskie il muso schiacciato come dall’aria, sembrava. E ancora prima mi passano accanto, nel sottopassaggio asfaltato rosa che imbocca la via Emilia, una coppia con le due figlie e quando passano sento profumo di buono, ed è davvero domenica mattina con questo odore di bagno schiuma e loro che passeggiano. E poi c’è stata la piazza con la fontana, il monumento dei caduti, i due bar dove ci si ritrova e s’intrecciano parole come ghirlande per la felicità. E c’è memoria delle sedie, poltrone, del teatro. E c’è memoria dei discorsi, del tempo, pezzi sparsi di noi ovunque in questi anni di passaggio necessario romag

110702. Baia di Vignola. Dai Lanzini.

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110702. Baia di Vignola. Dai Lanzini. Ta dan. La tartaruga di sasso. La tua amica Lucia. Le pietre che han 3 anni e fanno la nanna. Le rane: verde, grigia e marrone. Il tramonto a cala Serraina. Il trenino di Santa Teresa di Gallura. Le maschere del carnevale barbaricino Boes, che per te sono Titte (gatte nella lingua della bestiolina celeste che sei). Ludovica, la sua scuola tedesca, lo scivolo dei gattini e il dondolo. Il tuo sguardo davanti al mare. Tu che mescoli il mare con la sabbia e inventi il mondo. Tu che annaffi le piante in giardino. Che scendi dal letto da sola. Tu cosi' perfetta, da cui imparare.    E i grilli e la loro sinfonia nella pineta di fronte al mare. E quello verde davanti a casa. E piangere nella chiesa di San Silverio, a picco su questo mare che sembra oceano. Vento che ti rode la pelle. Guardare il destino degli occhi e cercare di capirne la crudelta'. Cercare il meglio d'ogni giorno, salire la strada che porta alla torre dove la princi

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durante il giorno cerca fossili dell'epoca sparita. in cui gli occhi servivano a mettere radici negli altri. e il cielo aveva orecchie per ascoltare.

Cartoline di viaggio: DISCOARMADIO. 110716: Santarcangelo di Romagna.

Cartoline di viaggio: DISCOARMADIO. 110716: Santarcangelo di Romagna. A Aleja e Luca. E entrano in due, a volte in tre ma bisogna stare attenti alla testa per via delle due palle che girano. Raramente entrano da soli e quando lo fanno hanno lo sguardo serio degli eroi. Poi si chiudono le ante e il caso sceglie la canzone. Il dito pigia il tasto dell’Ipod e così come quasi sempre succede, il pezzo che viene è quello giusto. Quello per te. Allora io da fuori immagino, ché ho un’immaginazione troppo fervida, che dentro la coppia cinquantenne si stia baciando, come sui divanetti la domenica pomeriggio e hai quella cosa negli occhi che si chiama scoperta. Me l’immagino tornare a quella volta là, con la musica che riempie il rumore di fondo del cuore agitato nel petto. Come un animaletto in una piccola gabbia. E quando escono sembrano davvero altre due persone. E non è successo niente di così straordinario, c’è solo un armadio, della musica, eppure. Poi il pezzo cambia ed entrano tre bamb