Sulle gambe
Dedicato ad Arturo Guerreschi, detto il Signor Mino. Per i suoi racconti, per il suo esempio, per l’amicizia che sempre ci legherà. E mi tiene sulle gambe, come non faceva più da tempo. Mi tiene sulle gambe e il suo respiro è la primavera che viene. Davanti il lago, le anatre, due svassi, un cigno che plana sull’acqua maestoso e arrogante. Gli alberi che mettono fiori, le loro radici felici del sole che riporta Persefone fuori dall’Ade. Il cielo è terso, in una tonalità di blu che non vedevo da tempo. Da quanto non venivo qui , gli dico. Da quando non ci veniamo più insieme , risponde lui. In quell’azzurro passa un aeroplano. Sorride. Sorride sempre quando passa un aereo. Lui li guidava da giovane. Nella seconda guerra mondiale era in aviazione, mi ricorda, strizzandomi l’occhio come per dire: faccio apposta, lo so che la sai questa storia. Lo so che te l’ho raccontata almeno un milione di volte. Ma stavolta no, non te la racconto. E invece sono io che approfittando del salto di uno sc