110717: 10.49: E mentre venivo qui e salivo sul treno e mi mettevo seduto in questo caldo su rotaie che mi riporta a casa sono passato da Santarcangelo per dargli un saluto e c’era un signore con una maglietta a righe che mi ha salutato lui per primo, come se fosse il paese stesso. Col suo accento e quegli occhi buoni di primavera. Lo accompagnava un cagnolino color whiskie il muso schiacciato come dall’aria, sembrava. E ancora prima mi passano accanto, nel sottopassaggio asfaltato rosa che imbocca la via Emilia, una coppia con le due figlie e quando passano sento profumo di buono, ed è davvero domenica mattina con questo odore di bagno schiuma e loro che passeggiano. E poi c’è stata la piazza con la fontana, il monumento dei caduti, i due bar dove ci si ritrova e s’intrecciano parole come ghirlande per la felicità. E c’è memoria delle sedie, poltrone, del teatro. E c’è memoria dei discorsi, del tempo, pezzi sparsi di noi ovunque in questi anni di passaggio necessario romag